Il riconoscimento delle sentenze straniere in Ucraina.
L'adesione dell'Ucraina alla Convenzione dell'Aja del 2 luglio 2019.
In Ucraina, dal 1° settembre 2023, il riconoscimento delle sentenze straniere è regolato dalla Convenzione dell’AJA del 2 luglio 2019, di concerto col titolo VIII° del Codice di procedura civile dell'Ucraina (di seguito - del codice di procedura civile dell'Ucraina).
Nello specifico, Il 29 agosto 2022, l’Unione europea ha aderito alla Convenzione dell’Aja del 2019 sul riconoscimento delle sentenze straniere. Lo stesso giorno, l’Ucraina ha depositato il proprio strumento di ratifica. La Convenzione entrerà in vigore per l’UE (e vincolerà gli Stati membri ai sensi dell’art. 216 TFUE, eccezion fatta per la Danimarca) e per l’Ucraina il 1° settembre 2023. Pertanto, da detta data, sarà possibile riconoscere in maniera diretta le sentenze italiane e comunitarie in Ucraina.
L'articolo 390 codice di procedura civile dell'Ucraina determina come e quando la decisione straniera riconosciuta ed eseguita in Ucraina è legalizzata (acquista efficacia), sia se il riconoscimento rappresenta l'esecuzione di un trattato internazionale, un accordo, l'obbligo di fare, non fare o dare a cui è determinata dalla Verkhovna Rada dell'Ucraina. Il tutto si basa ovviamente sul principio di reciprocità e dell’adesione dell’altro Stato alla citata convenzione a cui anche l’Italia ha aderito.
Questa procedura prevede la presentazione in corrispondenza della posizione (residenza) del debitore/convenuto o delle sue attività (nelle ore e nei casi previsti. 2, art. 392 codice di procedura civile dell'Ucraina) presso il tribunale di giurisdizione generale della domanda di riconoscimento per l'esecuzione di una sentenza straniera in Ucraina. In parole povere una società ucraina deve essere adita nel circondario per territorio del proprio tribunale.
Prima di andare in tribunale in Ucraina con la richiesta di riconoscimento del titolo straniero, è necessario assicurarsi che il termine per le impugnazioni è spirato (decreto di definitività della sentenza con apposizione di passaggio in giudicato) che il diritto insito nella sentenza non sia prescritto. Quindi, come regola generale ucraina, questo periodo è di tre anni dalla data della sentenza straniera applicabile. La legislazione non stabilisce l'elenco dei motivi per la ripresa del termine (interruzione della prescrizione). Vale a dire, nel caso di mancato rispetto del termine per la legalizzazione di una sentenza straniera, è necessario anche in contemporanea con la richiesta di esecuzione della decisione, occorre rivolgersi al giudice ucraino per rappresentare validi motivi per cui non si è dato seguito al riconoscimento.
A finché l'iter abbia esito positivo occorre prestare attenzione alla necessità di rispettare determinati requisiti del legislatore per tale richiesta, in particolare:
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presentazione del soggetto - il diritto di presentare una domanda di legalizzazione dotato direttamente richiedente (o suo rappresentante) oppure, se un trattato internazionale, l'altra persona (o suo rappresentante), legittimazione attiva;
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la richiesta deve contenere:
1) il nome (titolo) della persona che presenta la richiesta, l'indicazione del luogo di residenza (soggiorno) o la posizione;
2) nome (titolo) del debitore, l'indicazione del luogo di residenza (soggiorno), la sua posizione e la posizione del proprio patrimonio in Ucraina;
3) i motivi che determinano e legittimano la presentazione della domanda (h 1 ° 394 GIC Ucraina);
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l'elenco dei documenti allegati alla domanda ed i trattati a cui si riferisce.
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I seguenti documenti vanno allegati alla richiesta:
1) una copia certificata conforme della sentenza straniera, per la cui si chiede l'esecuzione;
2) un documento ufficiale che la decisione straniera è efficace ed irrevocabile;
3) un documento attestante che la parte contro il quale la decisione di un tribunale straniero è rivolto è stato regolarmente notificato con termini a difesa;
4) documento che definisce il quantum dovuto;
5) la legalizzazione di tutti i documenti.
Va notato che l'applicazione delle sentenze estere è annessa solo se eseguite in conformità con i requisiti del codice di procedura civile dell'Ucraina. Se l'istanza non è accompagnata da tutti i documenti elencati, la domanda in Ucraina deve essere disattesa dal giudice e restituita al richiedente.
CONVENZIONE DELL’AJA DEL 2 LUGLIO 2019 SUL RICONOSCIMENTO DELLE SENTENZE STRANIERE
La Convenzione del 2019 obbedisce, nel suo impianto, a uno schema del tutto tradizionale. In estrema sintesi, essa elenca, per un verso, le condizioni alle quali uno Stato contraente (lo Stato richiesto) ha l’obbligo di riconoscere, ed eventualmente dichiarare esecutive, le decisioni provenienti da un altro Stato contraente (lo Stato d’origine). Per un altro verso, la Convenzione indica le circostanze in presenza delle quali le autorità dello Stato richiesto sono autorizzate a negare il riconoscimento o l’esecuzione di una decisione per la quale, altrimenti, sussisterebbe l’obbligo sopra indicato.
Vale la pena di prestare attenzione se la somma indicata nella sentenza straniera è specificata in valuta estera, il giudice deve determinare la quantità nella moneta nazionale al tasso di cambio della Banca Nazionale di Ucraina nel giorno del giudizio. In pratica, anche se non è previsto dalla normativa, il richiedente è tenuto a modo indipendente per ogni udienza per preparare una richiesta per il calcolo della quantità di recupero nella moneta nazionale al tasso di cambio della Banca Nazionale di Ucraina. In caso contrario, il giudice può rinviare la decisione finale sul recupero dei fondi fino alla successiva udienza per effettuare il calcolo corrispondente.
In ogni caso la decisione in merito al procedimento in discorso è impugnabile.
Sulla base della statuizione di un tribunale straniero, il giudice ucraino emette un mandato di esecuzione del titolo. Tuttavia, in pratica, l'atto non contiene disposizioni esplicite sulla necessità di recuperare il denaro da parte del debitore - si limita a dare esecuzione di una sentenza straniera nella sua essenza.
Le condizioni che qualificano una decisione come idonea al riconoscimento attengono, in particolare, alla sua provenienza. La Convenzione predispone a questo fine dei “filtri” giurisdizionali, o criteri di competenza internazionale, o indiretta. Di fatto, essa subordina la riconoscibilità di una sentenza alla circostanza che questa sia stata resa in un paese con cui la fattispecie presenta un collegamento che la stessa Convenzione considera congruo.
Ambito di applicazione del riconoscimento delle sentenze straniere in Ucraina.
La Convenzione tratta dell’efficacia, in uno Stato contraente, delle decisioni (solo quelle espressive di un’attività giurisdizionale di cognizione, esclusi dunque i provvedimenti cautelari) rese dalle autorità di un altro Stato contraente in materia civile o commerciale (sono peraltro assimilate alle decisioni, per la spendita dei relativi effetti esecutivi, le transazioni giudiziarie, ove ricorrano le condizioni previste a questo scopo).
Di fatto, il campo di applicazione materiale della Convenzione è circoscritto alle pronunce rese da autorità statali in ordine a cause di natura privatistica. Da qui l’esclusione dell’arbitrato, esplicitata all’art. 2, par. 3, e l’affermazione, all’art. 2, par. 5, che la Convenzione non incide in alcun modo sui privilegi e le immunità spettanti agli Stati e alle organizzazioni internazionali. La natura pubblicistica delle fattispecie per le quali sussistono quei privilegi e quelle immunità colloca le relative sentenze al di fuori dei confini del regime uniforme, ma la precisazione è apparsa nondimeno opportuna.
Le decisioni in materia fallimentare, latamente intesa, sono escluse dal regime uniforme, e così pure, fra le altre, le decisioni concernenti la validità e lo scioglimento di persone giuridiche e altri enti, e quelle concernenti le iscrizioni e trascrizioni in pubblici registri. Sono altresì escluse, perché oggetto (almeno in parte) di strumenti pattizi particolari, spesso recanti norme speciali sul riconoscimento, le decisioni relative al trasporto di merci e passeggeri, quelle riguardanti l’inquinamento marino e quelle relative alla responsabilità nascente da incidenti nucleari. Tra le materie escluse figura anche la proprietà intellettuale.
I filtri giurisdizionali
La Convenzione, come si è osservato, reca disposizioni sulla c.d. competenza internazionale del giudice d’origine, o competenza indiretta. Essa delinea così, in modo uniforme, un classico requisito per il riconoscimento e l’esecuzione che assume importanza in contesti caratterizzati da un grado di mutua fiducia inferiore a quella che, per esempio, permea la cooperazione giudiziaria civile europea.
Quanto alle controversie riguardanti contratti di consumo o di lavoro, l’art. 5, par. 2, detta una disciplina restrittiva, in forza della quale alcuni filtri giurisdizionali dell’art. 5, par. 1, debbono ritenersi inoperanti (è il caso, in particolare, del filtro della materia contrattuale, incentrato sul criterio del locus solutionis), mentre altri filtri operano solo quando concorrano delle circostanze particolari (così, ad esempio, l’accettazione della giurisdizione da parte del convenuto opera come criterio di competenza indiretta soltanto se essa è espressa dinanzi al giudice).
Per le controversie relative agli affitti residenziali di immobili vale, ai sensi dell’art. 5, par. 3, un unico filtro, quello del situs rei.
L’art. 6 concerne le sentenze riguardanti i diritti reali su beni immobili. Queste sono sottratte ai filtri dell’art. 5 per essere consegnate a una regola di competenza indiretta esclusiva, in forza della quale le sentenze in discorso sono efficaci se, e solo se, provengono dallo Stato del situs rei. È questa la sola situazione nella quale, come anticipato, la Convenzione – oltre ad imporre il riconoscimento delle sentenze che soddisfino le condizioni in essa previste – esige che gli Stati si astengano dal riconoscere un provvedimento che, viceversa, non provenga dal paese designato dal filtro. Corrobora questa soluzione la precisazione, fatta all’art. 15, che la libertà riconosciuta agli Stati contraenti di dare effetto secondo le proprie norme interne alle sentenze che non integrano i requisiti convenzionali non sussiste rispetto alle decisioni rientranti di cui all’art. 6.
Con specifico riguardo alle sentenze rese su domande riconvenzionali, la convenzione distingue tra sentenze di accoglimento e sentenze di rigetto. In merito alle prime, occorre che la domanda riconvenzionale derivi dagli stessi fatti o dallo stesso rapporto lato sensu sottostanti la domanda principale (in mancanza di tale comune derivazione, la sentenza potrà nondimeno circolare se ricorrono altri requisiti, come, ad esempio, la residenza abituale dell’attore principale nello Stato d’origine). La close connection tra le due domande non è richiesta in caso di sentenza di rigetto, ma la sentenza non sarà suscettibile di circolare grazie al requisito in discorso se l’istante era obbligato a promuovere la domanda riconvenzionale per non incorrere in preclusioni.
Le condizioni ostative del riconoscimento e la procedura in Ucraina
Il rinvio al diritto nazionale – il quale va determinato tenendo conto delle regole di funzionamento applicabili in caso di ordinamenti plurilegislativi (articoli 22 e 25) – non è tuttavia totale perché la Convenzione, oltre ad imporre di procedere speditamente e di non rifiutare il riconoscimento perché l’istanza avrebbe dovuto essere presentata in un altro Stato (art. 13), disciplina espressamente alcuni aspetti della procedura, come, in particolare, la documentazione con la quale l’istante è tenuto ad accompagnare la domanda di riconoscimento o di esecuzione (art. 12). A ciò si aggiunga che l’art. 14 proibisce di subordinare la presentazione della domanda di riconoscimento a depositi cauzionali o altre forme di garanzie per il solo fatto che l’istante è straniero rispetto allo Stato richiesto o in questo né domiciliato o residente: si tratta di una regola senz’altro ossequiosa verso il diritto di accesso alla giustizia, che, tuttavia, gli Stati possono escludere avvalendosi della riserva di cui allo stesso art. 14.
Rigetto della petizione/riconoscimento: il giudice può rigettare in via eccezionale di cui all'articolo 396 codice di procedura civile dell'Ucraina o a ragione fornita dal trattato internazionale (che è una priorità).
Così, la richiesta può essere negata:
1) Se la decisione straniera secondo la legge dello Stato in cui è fatto, non è entrata in vigore e/o definitiva;
2) Se la parte contro cui la decisione di un tribunale straniero è stato privato della possibilità di partecipare al procedimento a causa del fatto che non è stato dato adeguato preavviso del procedimento (termini a difesa);
3) se la decisione è presa sul caso, la competenza di cui appartiene esclusivamente alla competenza della Corte o qualsiasi altra autorità competente, in conformità con la legge di Ucraina;
4) In caso di litispendenza;
5) se la decisione esula dai trattati internazionali, le parti hanno accettato di essere vincolati alla legge ucraina da parte della Verkhovna Rada dell'Ucraina;
6) Se l'oggetto della controversia in base alle leggi dell'Ucraina non è oggetto di un procedimento giudiziario;
7) se l'esecuzione della decisione minaccerebbe gli interessi dell'Ucraina;
8) In altri casi, le leggi stabilite dell'Ucraina o la sentenza è emessa in frode alla legge.
L’art. 9 consente, poi, una circolazione parziale della sentenza quando la domanda di riconoscimento verte solo su una parte della sentenza, o quando la sentenza può essere riconosciuta solo parzialmente per effetto dei requisiti di riconoscimento o delle condizioni ostative. Una particolare condizione ostativa è prevista all’art. 10 con riguardo alle decisioni di condanna ad exemplary o punitive damages: tali decisioni possono non essere riconosciute, o riconosciute parzialmente, per la porzione strettamente compensativa
Lo Studio in virtù dell'indirizzo europeista intrapreso dall'Ucraina, grazie sopratutto alla ratifica dei trattati internazionali nell'ultimo periodo, ha perfezionato un numero indeterminabile di riconoscimenti di sentenze straniere comunitarie, italiane o common law avanti i tribunali ucraini.